Patrizia Cattaneo


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Di cancro si può guarire

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DI CANCRO SI PUO’ GUARIRE:
PAROLA DI FRATE !



Negli anni ottanta, Padre Romano Zago, un frate francescano nato in Brasile nel 1932, scoprì una ricetta popolare contro il cancro, efficace e antica come il mondo. Infatti nella baraccopoli dove viveva, si poteva morire di fame e di stenti, ma non di cancro, grazie a una bevanda a base di aloe, miele e distillato alcolico (grappa), che i poveri preparavano per curarsi da diversi mali, anche gravi.

Perché questi tre ingredienti? Perché l'aloe ha proprietà curative preziosissime, mentre il miele ha la proprietà di veicolare le sostanze curative contenute nel succo d’aloe, fino ai recettori più remoti dell'organismo. La grappa è un vasodilatatore, cioè allarga i vasi sanguigni, facilitando la depurazione generale dell'organismo. Il sangue può così purificarsi, eliminando le tossine. L'organismo non sarebbe in grado di assorbire integralmente il liquido viscoso e ricco di proprietà dell'aloe, senza scioglierlo in un distillato.

Padre Zago, in seguito trasferito in Israele, utilizzò il preparato su diversi ammalati, assistendo a numerose guarigioni.

L'aloe vera, presente in abbondanti quantità nella regione, è la materia prima su cui egli concentra la propria attenzione. "Conoscevo già la pianta - dichiara il religioso - "In Brasile, mia madre ce la dava sempre come lenitivo, quando da bambini ci ferivamo giocando o per tante piccole cose legate ai disturbi fisici. Ma allora non credevo che una pianta così piccola e diffusa potesse avere un potere curativo così grande". Mescolando il succo ricavato dalla frullatura delle foglie della pianta
con semplice miele d'api e grappa, ottiene un composto dalle proprietà curative straordinarie. "Non ho la pretesa di essere considerato il creatore o l'inventore del metodo" afferma il francescano, "tanto meno di presentarmi come il pioniere, o in altre parole, come il primo che ha applicato questa forma con esito positivo. Questo infatti non corrisponderebbe a verità. Altri, molto prima di me, dovrebbero arrogarsi, giustamente, tale diritto”. Il suo merito è di avere resa pubblica a livello mondiale, dopo averla accuratamente sperimenteata, un'antica ricetta utilizzata da innumerevole tempo dalla gente del popolo. I suoi "pazienti" sono indistintamente di religione cristiana, ebraica, musulmana.

Oggi padre Romano vive e lavora in Brasile, dove è tornato al termine della sua missione in Terra Santa. Poiché la medicina, come la natura, è una “creatura di Dio”, questo articolo ha uno scopo puramente informativo che non intende sostituire il parere medico e le cure tradizionali, ma intende mettere a disposizione di tutti le scoperte del frate. Anche diverse farmacie in Italia e all’estero preparano la bevanda di padre Romano Zago dietro ordinazione.

La ricerca di Padre Romano Zago è pubblicata sulla rivista "Terra Santa" e su altre riviste specializzate. Convinto dalle numerose guarigioni straordinarie, il frate ha raccolto la sua esperienza nel libro “O cancer tem cura” (“Di cancro si può guarire”, pubblicato in italiano da Adle edizioni, Padova), in cui espone con semplicità e chiarezza la ricetta e gli accoglimenti necessari per preparare la bevanda di Aloe.


PADRE ROMANO ZAGO
E IL SUO RIMEDIO NATURALE CONTRO IL CANCRO


La sua scoperta
Se lo andate a trovare nel suo convento di Betlemme non vi aspettate di incontrare una sagoma eccezionale, magari una barba folta e ispida, occhi che vi scrutano con luce sinistra, da mago. Nel suo laboratorio nessun alambicco, nessun formulario misterioso.Anzi nessun laboratorio. Nemmeno il frullatore in proprio: se lo fa imprestare, quando occorre, dalla suora addetta alla cucina del convento. Non è un mago, nè un taumaturgo, nè un medico.Padre Romano Zago, francescano brasiliano, all' anagrafe di Layeado in diocesi di Porto Allegre classe 1932, di radice italiana, attualmente in servizio alla Custodia di Santa, è di normale trasparenza. Semplice e affabile. Affidabilissimo. Maestro di formazione dei giovani frati che seguono il corso di studi filosofici nello studentato di Betlemme, prima di passare al Seminario Teologico Internazionale del Convento di San Salvatore in Gerusalemme. Qui come a Betlemme Padre Romano è anche professore di lingua latina.

Né medico, né mago, né taumaturgo
Se non è medico, nè taumaturgo, nè mago da dove gli viene tanta "sapienza" ?
E' andato a scuola dai poveri. "Dalle mie parti, in Brasile, la gente più povera, quella che non può permettersi il lusso di accesso ai ritrovati sofisticati e cavillosi e costosissimi, e così spesso inefficaci, della moderna medicina, va direttamente dal Buon Dio, che ha creato le erbe e, fra queste, l' aloe vera". Che si trova dovunque, anche lungo il ciglio della strada e che Padre Romano ha imparato dalla sua gente a riconoscere. Se gli domandate se è vero che guarisce dal cancro, vi risponderà che "anche tu puoi". Chiunque può farlo. La forza misteriosa è in madre natura, quindi a portata di tutti.

Dunque: frullatore, aloe, miele, arak. Frullare fortemente e agitare bene prima dell'uso. I componenti dell' infuso medicinale debbono fondersi bene fra di loro. Tre cucchiai da tavola tre volte al giorno, prima dei pasti. Uno al mattino presto, uno a mezzogiorno, uno alla sera. Un quarto d' ora prima dei pasti è sufficiente. Conviene osservare un buon spazio di tempo fra il momento d' ingerire la medicina e la refezione precedente. A digiuno, le pepsine dell' organismo bramano entrare in azione e portare la medicina agli estremi confini del corpo.

La cura dura normalmente dieci giorni. "Non si può pretendere di guarire subito. Padre Romano ci tiene a non favorire illusioni miracolistiche. Se la prima cura non ha raggiunto un effetto di guarigione totale "il paziente dovrà sottoporsi a una nuova serie di esami, per vedere la necessità o meno di una seconda, terza o quarta dose, fino alla guarigione totale". Spesso alcuni pazienti si sentono subito meglio. Ciò non è segno di avvenuta guarigione. Saranno gli esami a dimostrare l'entità dell' avvenuto miglioramento. Occorre pazienza e perseveranza. L' efficacia dell' infuso è sicura, e forte su qualsiasi tipo di cancro, sia esterno che interno: Cancro della pelle, della gola, del seno, dell' utero, della prostata del cervello, del fegato dell' intestino, ecc... L' esperienza di Padre Romano registra casi guarigione dalla stesa leucemia.

Tutto può sembrare troppo semplice per essere vero. E' così, infatti. " La spiegazione è molto semplice " insiste Padre Romano, per nulla disarmato dall' ombra di incredulità che vede nei vostri occhi. "L' infuso opera una radicale pulizia dell' organismo attraverso il miele, cibo che raggiunge l' angolo più lontano del nostro corpo. A sua volta l' aloe viaggi nel miele con il suo grande potere cicatrizzante; l' alcol aiuta a dilatare i vasi sanguigni e favorire questo viaggio di pulizia generale. Il sangue si purifica lentamente in dieci giorni". Si comprende come l' infuso contenga un' azione anche preventiva del male: "col sangue pulito tutto l' organismo cammina bene : come una macchina con combustibile della migliore qualità".

Un miracolo che potete fare anche voi
ll primo caso di guarigione dal cancro risale a sei anni fa e riguarda un uomo anziano con cancro alla prostata in fase ultimale. I medici lo avevano dimesso dall' ospedale perché non c'è era più nulla da fare. Padre Romano viene chiamato per amministrare gli "ultimi sacramenti". Amministra regolarmente i sacramenti, poi suggerisce la sua cura. L' anziano signore è ancora vivo e vegeto, con i suoi tranquilli ottanta anni.

Un segretario della Scuola di Betlemme aveva il cancro alla gola. Gli era rimasto meno di un filo di voce. Il direttore della scuola, P. Raffaele Caputo, ricorse a P. Romano il quale andò dall' amico armato di una bella confezione del suo "sciroppo ". In due mesi il segretario ha riacquistato la sua voce normale e ripreso il suo posto di lavoro. Padre Caputo ne è testimone. E dire che questi frati sono duri e tardi di cuore a credere !

P. Romano racconta tutto con molta serenità, quasi con distacco. Ma quando parla del caso di Geraldito si emoziona visibilmente. Geraldito è un bambino argentino di cinque anni, malato di leucemia. Tentata ogni cura possibile nel suo paese, i medici ripongono un filo di speranza in un trapianto di midollo. Intervento realizzato con successo in Spagna, a Barcellona. In realtà il successo è di breve durata. Il male si riaffaccia, facendo perdere ogni speranza agli stessi medici e a gettando nella più comprensibile costernazione i genitori. Questi, profondamente credenti, intraprendono un pellegrinaggio in Terra Santa. Stanno in preghiera davanti alla Grotta della Natività, proprio nell' ora della quotidiana processione dei frati francescani. Tra i frati salmodianti c'è anche P. Romano, che si accosta ai desolati genitori e ne riceve l' angosciata confidenza.

Il frate non promette nulla, ma suggerisce la sua cura: una prima dose da assumere per un mese intero. Geraldito esegue alla perfezione. Trascorso il primo mese, Geraldito è lì alla grotta, in processione con i genitori e il fratello che gli aveva donato il midollo per il trapianto: tutti dietro ai frati in canto. Sta già molto meglio. P. Romano propone un' altra dose per un altro mese, ma prima ancora dello scadere del mese, Geraldito e i suoi possono ripartire per l' Argentina. Il bambino è guarito.

P. Romano Zago ha ragione di commuoversi ancora al ricordo. Tutto il suo racconto è improntato a grande semplicità. Non solo accetta, ma ha piacere che se ne parli anche sulla nostra rivista. Non per sé, che non si considera - lo abbiamo già detto - né guaritore , né qualcosa di anche lontanamente simile. Non accetterebbe mai nessuna gratifica, di nessun genere, ma per rendere giustizia alle medicine del buon Dio: l' aloe, il miele delle api, i distillati vari che aprono al miele le vie del sangue. E soprattutto perché molti sappiano che dal cancro si può guarire. Ricordatelo: non gridate al miracolo. E se è miracolo, potete farlo anche voi. "E' una cosa semplice!" grida P. Romano, mentre parte con il suo pulmino per il carico settimanale di frutta e verdura, al piccolo mercato arabo, accanto alla tomba di Rachele, sulla via dei Patriarchi.

DOVE
PROCURARSI IL PREPARATO DI PADRE ZAGO


La farmacia Ambreck di Milano prepara su richiesta il composto di aloe e miele, secondo la formula originale di padre Romano Zago, e lo spedisce in tutto il mondo.


FARMACIA AMBRECK
Via Antonio Stradivari, 1
20131 MILANO
tel. 02 2952 6966

info@ambreck.it


LA RICETTA

  • Mezzo chilo di miele d'api (miele biologico di acacia)
  • 40-50 ml (circa 6 cucchiai) di distillato (Grappa, Cognac, whisky, etc.)
  • 350/400 grammi di foglie di Aloe vera/Aloe Arborescens.


Padre Romano nel suo libro spiega come prepararlo: “Togliere le spine dai bordi delle foglie e la polvere depositatasi, utilizzando uno straccio asciutto o una spugna. Tagliare a pezzi le foglie (senza togliere la buccia) e metterle nel frullatore assieme al miele e al distillato prescelto. Frullare bene e il preparato è pronto per il consumo. Non va filtrato, né cotto, ma solo conservato con cura in frigorifero all'interno di un barattolo scuro, ben chiuso”.

Le dosi consigliate sono un cucchiaio da tavola mezz'ora prima di ciascuno dei tre pasti principali. Il prodotto va agitato bene prima dell'uso. Dopo una pausa di alcuni giorni, si potrà ripetere il ciclo di cura, fino all'eliminazione del male. L'aloe utilizzata deve essere una pianta matura, quindi di almeno quattro anni, ed è importante che anche il miele sia di ottima qualità e soprattutto naturale, proprio per la sua caratteristica di vettore delle sostanze curative contenute nell'aloe.

Quanto alle reazioni che la somministrazione dell'aloe può dare, Padre Zago precisa che non devono spaventare, perché sono indizio di purificazione dell'organismo e durano al massimo tre giorni. Possono consistere in eruzioni cutanee, diarrea o nei casi più accentuati, conati di vomito: ma questo, secondo Padre Romano, indica che si è sulla buona strada.

Tutti possono assumere il preparato, tranne le donne in stato di gravidanza, a cui viene sconsigliato per la loro particolare condizione.

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