Patrizia Cattaneo


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Medaglia miracolosa

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LA MEDAGLIA MIRACOLOSA :
UNA FRECCIA PUNTATA VERSO IL CIELO






Al 140 di
Rue du Bac, una strada tranquilla e defilata che nel 1700 segnava il limite della città di Parigi, a due passi dai boulevard dove pulsa la vita della Rive Gauche, la Cappella della Medaglia Miracolosa accoglie ogni giorno folle di pellegrini silenziosi e composti, provenienti da ogni angolo del mondo. Qui il 27 novembre 1830, la Vergine Maria apparve a suor Caterina Labouré, umile novizia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’Paoli, incaricandola di coniare la medaglia che avrebbe ottenuto al mondo una pioggia di benedizioni. La medaglia, subito detta “miracolosa”, si propagò in un lampo, tanto che alla morte di Caterina le copie distribuite superavano il miliardo.
Tuttavia questa frontiera col cielo non è nota a tutti i parigini, così il Santuario ha indetto tre mesi di iniziative giubilari per attirarli alla Rue du Bac, dall’8 settembre all’8 dicembre 2005, nel 175° anniversario dell’apparizione.

L’azzurro dei mosaici e degli affreschi rende più celestiale il luogo dove la Vergine rivelò a Caterina il modello della medaglia, promettendole che “
Tutte le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia”. La medaglia rappresenta la Madonna in piedi su un mezzo globo, mentre schiaccia la testa al serpente antico. Le sue mani rivolte verso il basso sono piene di anelli, le cui gemme gettano raggi sulla terra: “Sono il simbolo delle grazie che spargo sulle persone che me le domandano”, spiega la Vergine. Ma alcune gemme non mandano luce, sono “le grazie che la gente si dimentica di chiedermi”, commenta dispiaciuta. Intorno all’effigie si legge l’invocazione “O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te”. La giaculatoria dettata dalla Vergine anticipa il dogma dell’Immacolata Concezione, che Pio IX promulgherà nel 1854. Sul retro il monogramma di Maria, una “M” sormontata da una croce, interseca una “I” trasversale, il monogramma di Iesus, Gesù. Sotto si vedono i Sacri Cuori, uno circondato di spine e l’altro trafitto da una spada e, tutt’intorno, una corona di dodici stelle.

Da subito Maria mantenne le promesse.
Mons. Quélen, arcivescovo di Parigi, fu protagonista del primo miracolo. Recatosi da un famoso apostata che stava per morire, con l'intenzione di dargli la medaglia, venne da lui respinto. Il vescovo tornò indietro recitando la supplica della medaglia, ed ecco che l’apostata lo mandò a chiamare, accettò di riconciliarsi con Dio e morì tra le sue braccia. La notizia rimbalzò immediatamente e fece molto scalpore. Nel 1832 scoppiò a Parigi una terribile epidemia di colera. Le Figlie della Carità distribuirono ovunque la medaglia e le guarigioni si moltiplicano. Da allora il popolo la chiamò "miracolosa".

Dieci anni dopo ebbe vasta eco la conversione dell’ebreo
Alphonse Ratisbonne, che in viaggio di piacere a Roma, si beffava della dottrina cattolica, ma che accettò di portare la medaglia per accontentare un amico. Dopo qualche giorno che la portava indosso, durante una visita alla chiesa romana di S. Andrea delle Fratte, gli apparve la Madonna, sconvolgendo la sua vita e le sue convinzioni. Così racconta il convertito: “All'improvviso mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella, come se la luce si fosse concentrata tutta là... Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull'altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall'aria misericordiosa, la Santa Vergine Maria, simile, nell'atto e nella struttura, all'immagine della medaglia che mi era stata donata perché la portassi... Alla sua presenza, benché ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto di colpo”. Battezzato dal cardinal Patrizi (parente di suor Maria Elisabetta Patrizi, fondatrice nel 1983 di un ordine mariano ispirato all’Immacolata, il cui emblema è la medaglia miracolosa), il Ratisbonne diventò subito cattolico e in seguito sacerdote. Tornò a Gerusalemme dove si dedicò a convertire gli ebrei al cattolicesimo, e dove morì da santo.

Alla medaglia miracolosa che portava al collo si è ispirato anche l’artista
Arsène Heitz, vincitore del concorso per la bandiera Europea. La corona di dodici stelle, inizialmente bianche (ma ora dorate) su campo blu, piacque al Consiglio d’Europa, che nel 1950, senza che l’artista svelasse l’origine della sua ispirazione, la scelse come simbolo dell'identità europea e la adottò ufficialmente proprio l'8 dicembre 1955, nella solennità dell'Immacolata.

La medaglia non ha mai deluso le aspettative di chi la porta o la dona con fede. Oggi a
Rue du Bac la gente prega con immutato fervore, ripetendo a fior di labbra la giaculatoria incisa sulla medaglia e sgranando il rosario, con cui affida alla Madre di Dio le pene quotidiane e i casi disperati.

I confessionali sono sempre gremiti e le intenzioni di preghiera vengono raccolte in un cesto presso l’altare e affidate a Dio per intercessione di Maria. Il più mariano dei papi,
Giovanni Paolo II, si è inginocchiato qui nel 1980, dove San Massimiliano Maria Kolbe pregò prima di partire missionario in Giappone e dove Madre Teresa di Calcutta sostò di passaggio a Parigi. In tale occasione la superiora ospitante, intenzionata a donarle una buona quantità di medaglie, le chiese: “Quante ne desidera Madre? 50, 100… o 300 ? ”. Ella candidamente rispose: “Andrebbero bene… 30.000?”. Questa è l´importanza che Madre Teresa attribuiva alla medaglia miracolosa.

Sulla stessa
Rive Gauche, poco distante dalla Rue du Bac, il francescano Duns Scoto nel 1307 sostenne all’università della Sorbona la disputa a favore del concepimento immacolato di Maria, allora ritenuto una teoria eretica. Fu il primo grande passo verso il riconoscimento del dogma e anche un grandissimo rischio per Scoto. Se infatti un Magister dissentiva dall’università in qualche teoria, doveva giustificarla solennemente. Se non la dimostrava con successo veniva accusato di eresia, bandito dall’università ed espulso dalla nazione. La Sorbona si sentì sfidata dalla tesi “immacolista” di Scoto, che riteneva eretica. Nel recarsi alla disputa, Scoto per strada si fermò a pregare davanti a una statua della Vergine, chiedendole la grazia di poterla difendere degnamente. La statua di pietra chinò il capo in profetico cenno di assenso, e così è rimasta fino ad oggi, venerata come “Nostra Signora del saluto”. Scoto confutò gli oltre duecento argomenti dei suoi accaniti avversari, meritando uno scroscio irrefrenabile di applausi. Da allora l’università approvò la tesi “immacolista”, che riconosce Maria priva del peccato originale fin dal suo concepimento, perché pre-redenta in previsione dei meriti del Figlio, e ne fissò la festa liturgica l’8 dicembre.

Non sorprende quindi che l’Immacolata sia la patrona dell’Ordine francescano di cui faceva parte Duns Scoto, e che abbia confermato con la medaglia della Rue du Bac l’opera da Lei iniziata mezzo secolo prima nella vicina Sorbona.

Nel 1894 il papa Leone XIII istituì la festa della Medaglia Miracolosa e la fissò il 27 novembre.



Patrizia Cattaneo



I SANTI DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA


Parecchi santi e beati hanno portato e diffuso la medaglia miracolosa con incrollabile fiducia, sperimentando la sua straordinaria efficacia. Essa è un sacramentale, un segno esteriore di affidamento a Maria. Le grazie diffuse suo tramite, e promesse dalla Madre di Dio, sono un richiamo a Cristo e uno stimolo alla conversione, e sono determinanti la fede e la preghiera di chi la dona o di chi la riceve. La medaglia miracolosa è una freccia puntata verso il cielo, che, discesa dal cielo, non torna a Dio senza effetto, senza avere operato ciò per cui l’ ha inviata.

San Massimiliano Kolbe è stato il più fervente apostolo della medaglia miracolosa. Celebrò la sua prima messa all’altare di S. Andrea delle Fratte a Roma, dove la Madonna era apparsa al Ratisbonne, l’ebreo anticlericale. Kolbe considerava le medaglie proiettili divini che, col loro potenziale misterioso, riuscivano a perforare gli animi ostinati conquistandoli alla grazia. Ne portava sempre con sé e le distribuiva a tutti. Quando in Polonia trovò un terreno adatto per costruirvi la Città dell'Immacolata, vi seminò le medaglie e, rimosso misteriosamente ogni ostacolo, il terreno gli venne donato.

L’11 febbraio 1858
Bernadette Soubirous portava al collo la medaglia miracolosa legata con uno spago, quando le apparve la bella Signora che si definì l’Immacolata Concezione, a conferma del dogma proclamato quattro anni prima da Pio IX.

Il
Santo Curato d'Ars aveva sempre le tasche gonfie di medagliette che distribuiva generosamente. Il Santo dava ai pellegrini un numero di medaglie da portare a casa, corrispondente ai componenti dalla famiglia. Un giorno un uomo ricevette una medaglia in meno rispetto al numero dei familiari, pensò ad un errore e lo disse al Santo, che però non aggiunse la medaglia mancante. Tornato a casa, lo informarono che era appena morto un congiunto.

Santa Teresa di Lisieux propagava con zelo la medaglietta mariana e San Giovanni Bosco la dava ai suoi ragazzi; durante lo scoppio del colera assicurò che non avrebbe contagiato nessuno di quelli che la portavano. E così avvenne.

San Luigi Orione seminava medaglie per impegnare la Vergine Maria a concedergli determinati luoghi, che riteneva necessari alle sue opere di bene. Se non poteva seminarle, le lanciava oltre il muro di cinta delle case che voleva procurarsi per l’Opera, per farci entrare prima la Madonna, che poi gli apriva la porta. Le semine andavano sempre a buon fine. Poneva inoltre le medagliette con la corona del rosario nella prima pietra delle nuove istituzioni e delle chiese da lui edificate.

San Pio da Pietrelcina teneva le medaglie in cella e nelle tasche; ne distribuiva a tutti e le spediva ai suoi figli spirituali e ai fedeli. Alla sua morte gliele trovarono in tasca.

Madre Teresa di Calcutta ne distribuì una quantità enorme. Prendeva una medaglia fra le mani, la baciava, si raccoglieva un attimo in preghiera e poi la regalava. La donava ai bambini con una caramella. Per diversi anni se le procurò dalle Figlie della Carità della Garbatella a Roma. In cambio, queste le chiesero un giorno di pregare perché Dio mandasse loro qualche vocazione, e quella stessa settimana arrivò una novizia. Madre Teresa donò una medaglietta anche a Mons. Comastri, che la incastonò nel suo anello da arcivescovo. Anche il miracolo della beatificazione di Madre Teresa è legato alla medaglia miracolosa. Monica Besra, 35 anni, del Bengala Occidentale, soffriva di tumore al ventre, che le si era notevolmente gonfiato. Il 5 settembre 1998, nel primo anniversario della morte della Madre, una suora prese una medaglia miracolosa che era stata a contatto con il corpo di Madre Teresa, la legò intorno al ventre di Monica con uno spago e supplicò “Madre, oggi è il giorno in cui sei andata in Cielo. Tu amavi i poveri, fa’ qualcosa per Monica, che deve curare i suoi cinque figli”. Quella notte il tumore sparì.

Potremmo continuare a lungo. I credenti, in ogni parte del mondo, continuano a diffondere con fede la medaglia miracolosa, riportando vittorie di conversione e di guarigione. Innumerevoli sono le grazie materiali e spirituali legate alla medaglia.
La storia è ancora aperta e aspetta che anche tu la scriva...


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