Patrizia Cattaneo


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San Ciriaco diacono e martire

Aiuti per la liberazione > San Ciriaco D. e M.

SAN CIRIACO DIACONO E MARTIRE


Ciriaco nasce in era dioclezianea da una nobile famiglia. Convertitosi al cristianesimo viene eletto diacono della chiesa romana. Uomo di cultura, amante della filosofia, Ciriaco testimonia la fede cristiana, battezzando i pagani e operando già in vita numerose guarigioni, prodigi ed esorcismi. Libera dal demonio anche la figlia di Diocleziano e quella del re di Persia. La testimonianza di fede, accompagnata da segni prodigiosi e straordinari, gli costa la tortura e la decapitazione nel 305, sotto l’imperatore Massimiano Erculeo, feroce persecutore dei cristiani.


Le sue spoglie vengono subito custodite e venerate a Roma nella Basilica di Santa Maria in via Lata e le sue reliquie vengono traslate a Torre Le Nocelle (AV) l’8 agosto 1635, dove sono conservate in un busto ligneo raffigurante il Santo. Il simulacro raffigura S. Ciriaco con abiti diaconali, con la palma del martirio e il libro degli esorcismi in mano. La data di arrivo delle reliquie segna l’inizio del culto torrese di S. Ciriaco e di una serie ininterrotta di grazie straordinarie.

Oltre alla tradizione orale, un prezioso manoscritto dell’arciprete di Torre Le Nocelle Don Clemente Penna (1702-1716), rinvenuto da Don Michele Bianco, attuale rettore del Santuario, attesta già a quel tempo guarigioni e liberazioni dal demonio per intercessione del martire cristiano.

Don Clemente Penna dal 1706 trascrive e certifica per diversi anni sul registro parrocchiale le grazie ed i miracoli di cui è testimone, attribuiti a San Ciriaco.
Racconta di moribondi istantaneamente sanati, di guarigioni da febbri, isteria, paralisi, sordità e da molteplici infermità; di dolori che cessano e di arti che si risanano, di liberazioni dal demonio, ottenute dopo l’unzione con l’olio della lampada che ardeva davanti alle reliquie del Santo, o dopo un pellegrinaggio del malato o dei familiari presso le sue reliquie.

Tra il 10 e l’11 agosto 1961 la chiesa parrocchiale di Torre Le Nocelle prende fuoco, a causa dei grossi ceri votivi accesi, che si sono liquefatti. Tutto brucia. La statua lignea del Santo, che ne conserva le reliquie, è avvolta dalle fiamme, ma resta prodigiosamente intatta. Domato l’incendio, il popolo in lacrime per il prodigio, porta immediatamente la statua del Santo in processione e grida al miracolo.

Nel 1991, per opera solerte del rettore don Michele Bianco, la chiesa di San Ciriaco assurge a dignità di Santuario. Nel 1993 egli ottiene dal Card. Camillo Ruini, vicario generale di Giovanni Paolo II per la città di Roma, il dono dell’insigne reliquia del sangue di San Ciriaco, allora custodito nella Basilica romana di Santa Maria in via Lata. Da quel momento le grazie nel Santuario di Torre Le Nocelle si moltiplicano e i pellegrini accorrono sempre più numerosi e il culto del Santo si diffonde a maggior gloria di Dio.

Oggi più di prima, in questo luogo benedetto dove cielo e terra si incontrano, la comunione dei santi non cessa di esprimersi e concretarsi, indicandoci in filigrana il senso della vita e della storia. Il sangue e l’esempio dei martiri, unito al sacrificio di Cristo, non cessa di dimostrarsi fecondo seme di conversione e di Vita.

La tradizione ciriacana non si è spenta e da quattro secoli anche oggi, nel Santuario di Torre Le Nocelle, il Signore concede copiose liberazioni dal demonio e guarigioni da mali dichiarati incurabili dalla scienza medica, per la potente intercessione di San Ciriaco.

Patrizia Cattaneo, da Il Santuario dei prodigi, Ed. Segno

Per approfondire: www.gruppopsanciriacodm.it

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