Patrizia Cattaneo

Mentre la causa di canonizzazione di padre Matteo da Agnone langue – o meglio, viene soffocata – il sedicente “guaritore” laico Patrick di Meaux, noto per i suoi riti di “purificazione dell’utero” con novene di messe e già allontanato dai servizi diocesani dalle chiese di Parigi per le sue gravi derive settarie, continua a profanare la tomba di padre Matteo a Serracapriola dove, in spregio alle norme ecclesiastiche, compie riti di esorcismo sui suoi seguaci, vietati ai laici.

Subito dopo la morte di padre Cipriano de Meo, vero figlio spirituale di padre Matteo da Agnone e per anni promotore della sua causa, il suo “successore” ha proibito ai collaboratori di padre Cipriano di continuare ad accompagnare alla tomba le persone afflitte, come facevano ogni mercoledì per pregare, anche dopo la scomparsa del santo sacerdote. Un gesto di continuità e fede, oggi ostacolato.

Perché allora Patrick di Meaux viene lasciato libero di agire indisturbato? Perché le autorità ecclesiastiche – Vaticano incluso – pur essendo state informate formalmente dalla scrivente, tacciono e non intervengono?

Numerose persone che hanno partecipato ai suoi riti riferiscono di aver sperimentato in seguito gravi malesseri spirituali e fisici o un peggioramento delle loro condizioni. Non è difficile comprendere perché: chi agisce in disobbedienza, fuori dall’autorità della Chiesa e senza alcun discernimento, non può che provocare che confusione e danno, sebbene Patrick si faccia accompagnare sempre da sacerdoti suoi estimatori e seguaci (?!).

Ciò che più sconcerta, quindi, non è l’azione dissennata di un laico in cerca di potere spirituale, ma l’inerzia colpevole della Chiesa.

Le fantomatiche telecamere di sorveglianza, di cui viene dichiara l'esistenza su una pagina fb che fa capo al convento di Seracapriola, se esistono risultano evidentemente inutili. E comunque, la loro presenza va dichiarata e segnalata, a norma di legge.

Sulla foto: Patrick sull'altare del Santuario di San Ciriaco di Torre Le Nocelle, prima dell'incendio.