Patrizia Cattaneo


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Il diavolo e i peccati impuri

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IL DIAVOLO
E I PECCATI IMPURI


Foto: Il Volto Santo di Manoppello


In questo anno sacerdotale il pensiero corre spontaneamente a padre Domenico da Cese (1905-1978), cappuccino di santa vita, dotato di doni mistici particolari tra cui le stigmate invisibili, la bilocazione, il dono di profezia (vera!), quello di compiere miracoli e di lottare contro il diavolo anche fisicamente. Davanti al suo confessionale c’era sempre una lunga fila, che lo costringeva a saltare anche il pranzo.

Padre Pio dirottava molti suoi fedeli da padre Domenico da Cese, che operava in Abruzzo presso il santuario del Volto Santo di Manoppello. Diceva ai pellegrini: “Perché fate tanta strada per venirmi a trovare? Avete Padre Domenico…!”

Il Signore, oltre ai dolori della sua Passione, cioè le stimmate non sanguinanti, diede a padre Domenico delle sofferenze supplementari per riparare i peccati impuri dei sacerdoti che cedono alle tentazioni della carne.
Perciò, alla vita di incessante preghiera, il cappuccino affiancava dure penitenze, soprattutto in riparazione di questo tipo di peccati.

Per questo il diavolo lo picchiava e lo vessava senza tregua, soprattutto di notte, per disturbargli il sonno. La sua arma contro il maligno era l’invocazione al Volto Santo di Cristo che si venera a Manoppello.

Un giorno, racconta il maresciallo Nicola Jacobone che spesso era ospite del convento, padre Domenico si intrattenne oltre cinque ore da solo con un uomo che abitava nei pressi di Pescara. Il maresciallo Jacobone lo aveva accompagnato in auto fino alla sua abitazione e lo aveva atteso fuori tutto il tempo. Finalmente, verso mezzanotte, padre Domenico uscì da quella casa. Sembrava molto preoccupato e gli raccomandò più volte di guidare con prudenza sulla via del ritorno.

Giunti a Manoppello, il maresciallo vide comparire dinanzi a padre Domenico la sagoma terrificante di un uomo tutto nero, alto circa due metri e completamente nudo. Ne fu così sconvolto che estrasse la pistola per sparargli, pensando a un aggressore, ma il frate lo fermò. Era inutile sparargli, gli spiegò, perché era Lucifero, che subito sparì e si inabissò in un pozzo accanto.

Il diavolo era uscito dalla casa di quell’uomo che padre Domenico aveva convinto a rinunciare al peccato e voleva vendicarsi della bruciante sconfitta. Dopo la separazione dalla moglie, quel tale viveva infatti con un’altra donna (cioè in peccato), e grazie a Padre Domenico aveva deciso di lasciarla per riconciliarsi con Dio.

Satana aveva quindi minacciato il cappuccino di spingere l’auto in un burrone sulla via del ritorno e padre Domenico aveva raccomandato al maresciallo di guidare con prudenza, invocando ripetutamente la protezione del Volto Santo di Gesù.

Ogni volta che un suo penitente cedeva ai peccati impuri, il diavolo gli appariva e lo scherniva con gesti osceni, ghignando per la vittoria.

Durante gli esorcismi il diavolo esulta spesso per i peccati impuri, soprattutto dei sacerdoti, che si vanta di spingere con particolare sagacia verso questa deriva.

L’episodio mette in evidenza al contempo l’importanza della confessione sacramentale per risollevarsi dalle cadute e sottrarsi al potere del diavolo e invita a non sottovalutare o banalizzare i peccati impuri in generale.

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