Patrizia Cattaneo


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Processo al Limbo

Racconti dell'aldilà

PROCESSO AL LIMBO
Patrizia Cattaneo © 2006

I teologi vogliono chiudere il Limbo, o almeno ci stanno provando, e sono già in ritardo sulla tabella di marcia. Forse non sanno ancora dove collocare le anime sloggiate. Loro specialità pare quella di confondere le idee, anziché rischiararle. Non a caso papa Ratzinger li ha messi in guardia. Cari teologi - ha detto ai membri della CTI, la Commissione Teologica Internazionale che si sta occupando del “caso” – “parlare per trovare applausi, parlare orientandosi a quanto gli uomini vogliono sentire, parlare in obbedienza alla dittatura delle opinione comuni, è considerato come una specie di prostituzione della parola e dell'anima”. Precisiamo subito che i documenti della CTI non fanno parte del Magistero della Chiesa e i pareri che essa esprime sono contributi al dibattito per aiutare la Santa Sede nell’esame di questioni dottrinali di rilievo. Il pronunciamento ufficiale spetta poi al Papa, una volta fatta chiarezza. Ma il Limbo è ancora avvolto nella nebbia, anche se Joseph Ratzinger lo avrebbe già eliminato vent’anni fa, come dichiara nel libro-intervista di Vittorio Messori “Rapporto sulla fede” del 1984. Già lì osservava che “il Limbo non è mai stata una verità definita di fede. Personalmente - parlando più che mai come teologo e non come prefetto della Congregazione - lascerei cadere questa che è sempre stata soltanto un’ipotesi teologica”.
Così ora che ha le chiavi petrine per
ligare et solvere, per non avere rimorsi sulla parola “fine”, Ratzinger ha commissionato ai teologi un’indagine definitiva per chiarire la “sorte dei bambini morti senza battesimo, nel contesto del disegno salvifico universale di Dio, dell’unicità della mediazione di Cristo e della sacramentalità della Chiesa in ordine alla salvezza”. Si vede che il Limbo gli sta proprio stretto.
Il problema era già stato sollevato dal suo predecessore nell’ottobre 2004, che non riteneva il Limbo un problema teologico isolato, perché “tanti altri temi fondamentali si intrecciano intimamente con questo: la volontà salvifica universale di Dio, la mediazione unica e universale di Gesù Cristo, il ruolo della Chiesa sacramento universale di salvezza, la teologia dei sacramenti, il senso della dottrina del peccato originale”.
Così, invece di occuparsi dell’enorme problema della contro testimonianza del clero, con tutto quello che c’è da fare nella Chiesa, i teologi sono oggi concentrati a processare il Limbo.
Ma avanziamo per gradi.

Il problema teologico
E’ verità di fede che “le anime di coloro che muoiono in peccato mortale o anche solo in peccato originale vanno agli inferi, ove però avranno pene diverse ”. Il dogma si fonda sulle parole di Cristo: “Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3,5).
Quindi si battezzano i bambini affinché in caso di morte prematura possano ottenere la salvezza eterna e godere la comunione con Dio, preclusa dalla macchia del peccato di origine, che col battesimo viene rimossa. Benedetto XVI lo ricorda ai genitori di alcuni battezzandi: “Che cosa succede nel battesimo? Che cosa ci si aspetta dal battesimo? Voi avete dato una risposta sulla soglia di questa Cappella:
aspettiamo per i nostri bambini la vita eterna. Questo è lo scopo del battesimo”.
Qui sorge il problema: se questo sacramento è necessario per non andare “agli inferi”, cioè per non essere separati eternamente da Dio, come recita il dogma, tuttavia è difficile credere che i bambini che non l’hanno ricevuto (vittime di aborto, sperimentazioni embrionali o morte prematura) possano essere “puniti” con l’Inferno. Allora dove vanno le loro anime innocenti, macchiate solo dal peccato originale, ma non da colpe personali?
Per risolvere con misericordia il dilemma teologico è nata l’ipotesi del Limbo, proposta dal teologo Pietro Lombardo nel XII secolo. Si tratterebbe di un luogo ai bordi del Paradiso (dal latino
limbus, lembo, orlo), in cui hanno trovato posto anche i santi patriarchi, i giusti e i profeti di Israele vissuti prima di Cristo. Essi infatti non hanno cancellato il debito del peccato originale con il battesimo, per cui non potrebbero accedere alla visione di Dio. Ma neppure hanno commesso colpe tali da meritare l’Inferno. L’ipotesi teologica di Lombardo, pur senza fondamento dogmatico, ha influenzato i secoli. E’ piaciuta a Dante, a san Tommaso d’Aquino, a san Pio X, che nel suo Catechismo del 1904 afferma: “I bambini morti senza battesimo vanno al Limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono; perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il Paradiso, ma neppure l’Inferno e il Purgatorio”.

Allora perché eliminare il Limbo?
Il Limbo non piace invece ai teologi moderni, proprio come il diavolo, e Giovanni Paolo II ha deciso di cancellarne anche il nome dal nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992, che riconosce semplicemente: “Quanto ai bambini morti senza battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio”, ponendo così l’accento più sul potere salvifico di Dio che sul peccato, e declinando ogni responsabilità circa la loro collocazione ultraterrena.
Sappiamo dalla teologia sacramentaria che la salvezza non è necessariamente legata ai sacramenti, perché Dio opera “in via ordinaria” attraverso di essi, ma non è ad essi vincolato, per cui, nel suo amore onnipotente, può comunicare la grazia per vie extra-sacramentali che solo Lui conosce.
Secondo le prime indagini della CTI, il Limbo, non avendo fondamento teologico, non è essenziale, né necessario, epuò essere abbandonato senza problemi. I membri della Commissione sostengono di non voler “rompere la grande tradizione di fede”, ma desiderano solo “eliminare l’uso di immagini e metafore che non tengono adeguato conto della ricchezza del messaggio di speranza portatoci da Gesù Cristo”. Proprio ciò che è accaduto al diavolo, che nella Chiesa è oggi il grande Eliminato, e che per molti teologi è solo una grande e astratta Metafora del male. Si vede infatti come va il mondo e come va… la Chiesa!

I rischi di chiudere
La sorte dei bambini morti senza battesimo è più che mai attuale, perché è invalso l’uso di spostare il sacramento a qualche mese dalla nascita, mentre in passato veniva celebrato nei giorni successivi al parto, per timore di morte prematura.
Di pari passo con la perdita del senso del peccato, del concetto di salvezza eterna e con la secolarizzazione del clero, si è sbiadita la percezione del battesimo come dono necessario ai fini della vita eterna, così da amministrarlo quanto prima al nascituro.
Se la Chiesa dovesse ora dichiarare che il Limbo non esiste affatto, perché i bimbi non battezzati sono comunque salvi, c’è il rischio che i genitori si curino sempre meno del battesimo. Se battezzare o non battezzare i bambini è uguale, allora perché farlo?
Una differenza ci deve pur essere, e deve spiegarcela la Chiesa!
Perciò finché il Magistero non ci dirà
con assoluta certezza dove vanno i bambini morti senza battesimo, è rischioso eliminare il Limbo e ritardare il sacramento.
Riusciranno le menti dei teologi a darci la garanzia assoluta che per queste anime innocenti il battesimo non è necessario?
Quindi, in attesa del pronunciamento definitivo sulla destinazione degli infanti che muoiono col peccato originale, è auspicabile affrettarsi a battezzarli, soprattutto se nascono con problemi che ne fanno temere la prematura scomparsa.

Salvezza eterna non significa Paradiso immediato
Chiudere il Limbo equivarrebbe a dire che i bambini morti senza battesimo sono salvi. Ma dire che sono salvi non significa affatto dire che sono in Paradiso, cioè che possono godere la comunione piena con Dio. Infatti la macchia del peccato originale non lo consentirebbe.
Affermare allora che sono salvi anche senza battesimo, per il principio di non contraddizione, significa destinarli al Purgatorio, presumibilmente in una zona senza sofferenze, perché non hanno colpe, una sorta di anticamera del Paradiso: un “Limbo” appunto.
Allora il problema non è eliminare il Limbo, ma collocarlo al posto giusto.

E se invece lo spostiamo?
Finora il Limbo è stato percepito dalla tradizione come un quarto luogo (eterno) a sé stante, accanto all’Inferno (eterno), al Paradiso (eterno) e al Purgatorio (temporaneo). Se la definizione dogmatica non prevede un “quarto stato” ultraterreno, dobbiamo quindi accontentarci di collocare i bimbi morti senza battesimo in uno dei tre tradizionali.
In Paradiso? Non è certo, per l’impedimento della macchia originale.
All’Inferno? Non è credibile, alla luce della misericordia di Dio, in quanto sono anime innocenti.
Rimane il Purgatorio, che è l’ipotesi più attendibile, visto che la macchia originale non permetterebbe loro la piena comunione con Dio, ma neppure hanno meritato la pena della dannazione. In Purgatorio inoltre ci sono vari gradi compresi tra l’Inferno e il Paradiso. Le anime dei bambini senza battesimo potrebbero trovarsi sul bordo del Paradiso, una zona franca dove né si vede Dio, né si soffre. Quindi il Limbo, che per tradizione avrebbe durata eterna e sarebbe un “quarto stato”, potrebbe invece essere semplicemente una zona franca del Purgatorio, e in tal caso terminerebbe col Giudizio Universale, con destinazione Paradiso. Il Purgatorio infatti è una condizione intermedia che per fede dogmatica durerà fino a quel momento, dopodiché rimarranno solo il Paradiso e l’Inferno. Trasferendo il Limbo in Purgatorio si risolvono i problemi e si correggono gli errori dogmatici della tradizione che lo vuole un “quarto luogo” e oltretutto “eterno”.

Cosa dicono i mistici ?
Dove non arriva la ragione, Dio non manca di suscitare mistici e veggenti a supporto della fede. Le rivelazioni private, sebbene non siano fondanti per le formulazioni dogmatiche, se sono affidabili sostengono la riflessione teologica. La beata Caterina Emmerich di cui conosciamo l’attendibilità, sostiene che le anime dei bambini non battezzati vanno in Purgatorio.
La più grande (e attendibile) mistica dei nostri tempi Natuzza Evolo, li mette nel “Limbo” che descrive però come luogo temporaneo (e l’unico luogo temporaneo riconosciuto dogmaticamente è il Purgatorio!). Quindi le rivelazioni private delle due grandi mistiche coincidono.
Si salva così anche la NECESSITA’ del battesimo ai neonati, per evitare loro il Purgatorio in caso di decesso prematuro, o almeno nel dubbio che possano finirci.
Natuzza Evolo ci parla del Limbo in una interessantissima rivelazione privata che risale al 1950, di cui dobbiamo la trascrizione al Dott. Nicola Valente di Paravati (VV), che dovrebbe far molto riflettere i teologi, considerato che la mistica è completamente analfabeta, non ha istruzione teologica, e che a quel tempo il dibattito sul Limbo era ancora molto lontano. Ecco cosa le hanno rivelato sull’aldilà le anime del Paradiso:

“O voi che ascoltate - dicono le anime del Paradiso - sappiate che vi è l'Inferno, il Purgatorio, il Paradiso, che basta un solo peccato mortale commesso in mala fede e non confesin mala fede, o confessato senza sincero pentimento, per precinel fuoco dell'Inferno, e che per commettere un peccato non è necessaria l'azione ma è sufficiente l'intenzione.
Chiedete perdono a Dio con sincero pentimento dei vostri pecmortali commessi in mala fede, altrimenti la Giustizia non vi potrà mai perdonare; ma chi chiede a Dio perdono viene preservato dal fuoco eterno. Chi invece li ha commessi in buona fede deve espiare la colpa, e quando non è sufficiente l'espiazione in questo mondo, deve espiare in Purgatorio con pene diverse.
Gesù, nel giudicare uno spirito, eccezion fatta per i peccati granon infligge una pena per ogni peccato, ma considera i vari pece dà un giudizio complessivo, infliggendo una o varie pene. La durata di ogni pena varia a seconda dell'entità del peccato, secondo la penitenza fatta, secondo il bene fatto e secondo le indulguadagnate, che sono da Dio concesse in relazione ai propri meriti, e pertanto l'indulgenza plenaria viene concessa per intero soltanto a chi ha raggiunto la perfezione.
Chi nega l'esistenza di Dio e non si ravvede, chiedendogli percon sincero pentimento, va all'Inferno, in quanto nessun ateo può essere tale in buona fede, essendo Dio in noi; chi professa false religioni, purché chieda perdono con sincero pentimento dei peccati mortali commessi in mala fede alla sua pseudo-divinità, Dio accetta la richiesta, sebbene fatta in buona fede a un Dio inesistente, e dopo l'espiazione delle pene relative ai suoi peccati, va in un luogo (che non è il Limbo, perché al Limbo vanno solamente i bambini non battezzati), dove soffre soltanto per la mancanza della Visione Beatifica di Dio, e vi rimane fino al giorno del Giudizio Universale, giorno in cui, ricevendo nel grado meritato la Grazia Santificante, che Gesù ha restituito alla umanità col suo Olocausto, sarà assunto dalla pienezza della grazia in Paradiso.
Chi ha dubbi sulla Fede dubiterà della sua salvezza anche durante le pene, non sapendo cioè se si trova in Purgatorio o nell'Inferno e non riceve alcun solliechi non fa elemosine, potendole fare, non riceve né suffragi né indulgenze, i quali vengono da Dio dati alle anime più bisognose, né il conforto di Gesù, e chi, pur facendole, non le adegua alla propria ricchezza, riceve suffragi, indulgenze e il conforto di Gesù adeguati al bene fatto.
Aiutate i vostri trapassati con Comunioni, con digiuni, con astie col tralasciare pasti, con elemosine, con preghiere, con mescelebrate e ascoltate.
La carità che avrete per i trapassati, oltre a procurare loro i sudsuffragi, procurerà a voi del bene nei bisogni materiali e nei bispirituali presenti e soprattutto in quelli dell'altra vita, bene che è relativo ai vostri meriti, all'entità della carità usata e alle preche i trapassati, ricambiando la vostra carità, faranno per voi, non potendo pregare per loro stessi.
Potete applicare a loro le indulgenze, che diminuiscono il temdella pena, facendo anticipare l'assunzione in Paradiso, e la diminuzione è relativa ai meriti vostri e dello spirito che le riceve.
Offrite anche a noi, anime del Paradiso, ciò che offrite alle anime del Purgatorio, perché, pur non avendone bisogno, l'offriamo a Gesù, il Quale lo dà alle anime più bisognose, e sarà per noi una manifestazione del voamore e per voi un bene relativo.
La carità che ha maggiore valore è la Comunione, e, sebbene consenta alle anime del Purgatorio mezz'ora di sollievo, il suo magvalore lo guadagna lo spirito che si comunica. A questa carità seguono per importanza il digiuno e l'elemosina.
Pensate di essere fedeli, buoni, umili e caritatevoli. Dio vi dà la ricchezza perché sappiate amministrarla, l'intelligenza per servirlo. Com'è bello il Paradiso! A che servirebbe l'intelligenza dei dotti se si dovesse perderlo? Com'è bello Gesù, le sue Bellezze non si possono descrivere, oh che delizia, oh che delizia!... Come è bello morire da martire! Beato chi sa soffrire in codesto mondo, perché godrà per l’eternità.
O mamme e padri di famiglia, pensate all'educazione dei vostri figli! educateli alla religione, altrimenti sarete responsabili delle loro colpe. Non vi private di figli perché è un peccato grave, potendo venire alla luce delle anime sante.
Battezzateli anche in acqua, se non fate in tempo, perché i bambini non battezzati vanno al Limbo - luogo dove si soffre solamente per la mancanza della Visione Beatifica di Dio - non avendo avuto la Grazia Santificante, che viene donata col Battesimo, e vi rimarranno fino al giorno del Giudizio Unigiorno in cui, ricevendola, saranno assunti in Paradiso. Non essendo però la colpa in dipendenza dalla loro volontà, dopo il Giudizio Universale, la Giustizia compenserà la sofferenza che ha fatto loro acquistare dei meriti relativamente alla sua durata.
Sappiate che in codesto mondo siete in licenza e che qui è l’eternità; chiedete perdono a Dio con sincero pentimento dei vostri peccati mortali, commessi in mala fede, altrimenti andrete all'Inferno, ma chiedete perdono pure di quelli commessi in buona fede e di quelli veniali. Perché non vi confessate? Perché non volete forse dare soddisfazioni ai Sacerdoti? In quel momento essi rappresentano Gesù Cristo e non vi deve interessare se siano difettosi. Andate a Messa, santificate le feste, osservate tutta la legge di Dio, mettetevi sulla retta via. Gesù è triste, molto triste, perché nel mondo vi sono molti peccati. Pregate, pregate, altrimenti i mali del mondo, che sono causati dai peccati, non saranno mai attenuati”.

Ma allora è stato inutile?
Un sacerdote novantenne, che è stato alunno di San Luigi Orione, mi confidò che in una notte da lupi, mentre era missionario in Argentina, bussarono alla sua porta degli sconosciuti. Erano venuti a chiamarlo d’urgenza per amministrare il battesimo a un neonato in punto di morte. Il missionario era indeciso. Infatti era pericolosissimo avventurarsi al buio, perché quelle zone erano malavitose. Inoltre non conosceva quella gente. Poteva anche trattarsi di un tranello per sequestrarlo o per ucciderlo. L’amore per Cristo fu più forte dei pensieri che gli attraversavano la mente. Rischiava la vita, ma se non andava rischiava invece il rimorso per il resto dei suoi giorni, così, confidando in Dio, salì sulla jeep che lo attendeva per condurlo a destinazione ignota. Dopo un viaggio che gli sembrò eterno, la jeep si fermò davanti a una casupola dove una povera donna stringeva tra le braccia il suo neonato morente. Era tutto vero! Tirò un sospiro di sollievo e gli amministrò il sacramento per il Paradiso.
Caro sacerdote esemplare che hai rischiato la vita per spalancare a un bambino le porte di Cristo, fra poco forse ci diranno che non è necessario amministrare il battesimo a un neonato morente, perché il Limbo chiude e i bambini sono salvi lo stesso. Cristo te ne sarà grato, ma quella notte potevi riposare tranquillo!


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