Patrizia Cattaneo


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Frère André Bessette

Luoghi di guarigione

SANT'ANDREA BESSETTE
E LE GUARIGIONI MIRACOLOSE
DI SAN GIUSEPPE

“Passò la vita a parlare di Dio agli altri e degli altri a Dio”.


Alfred Bessette, meglio conosciuto come Frère André o Fratello André, nacque a Saint Gregoire d'Iberville, una località canadese a 40 km da Montreal, il 9 agosto 1845, da una famiglia numerosa, povera, ma molto decorosa. Era l'ottavo figlio di Clothilde Foisy e Isaac Bessette, falegname del paese. La famiglia era molto povera, ma anche molto pia. Per tutta la vita Alfred ebbe una salute cagionevole e soffrì sempre di mal di stomaco. Lo descrivono piccolo di statura e taciturno.

A dieci anni di età, Alfred perse il padre, che morì per un albero che gli cadde addosso, mentre lo stava tagliando. Sua madre fece il possibile per provvedere ai nove figli, ma lo sforzo fu troppo grande e non riuscì a vincere il dolore per la perdita del marito. Due anni e mezzo più tardi, nell'autunno del 1857, morì di tubercolosi.

Alfred, rimasto orfano all'età di dodici anni, si trasferì dalla zia Rosalie in un paese vicino, e per provvedere al suo sostentamento svolse vari lavori, troppo pesanti per la sua salute delicata. Fece il contadino, il calzolaio, il panettiere e altri umili mestieri. Nel 1865 emigrò negli Stati Uniti, dove lavorò per due anni come operaio e imparò la lingua inglese. La necessità di guadagnarsi il pane gli impedì tuttavia di studiare. Il giovane sapeva appena leggere e scrivere.

Alfred era attratto dalla preghiera e dalla religione. Meditava assiduamente la Passione di Cristo, venerava in modo speciale San Giuseppe e andava spesso a messa. Aveva ereditato la devozione a san Giuseppe dalla madre e dalla zia.

Tornato in patria, iniziò a lavorare come portinaio del collegio Notre-Dame di Montreal, retto dalla congregazione di Santa Croce, dove entrerà come religioso per interessamento di padre André Provençal, curato della parrocchia che per primo riconobbe la vocazione religiosa di Alfred. Malgrado la poca istruzione del giovane, il padre Provençal lo spronò a non perdersi d'animo, sostenendo che non è necessario saper leggere e scrivere per poter pregare.
Il curato scrisse anche una lettera di raccomandazione al superiore di Santa Croce che si rivelò profetica, nella quale dichiarava: “Vi mando un Santo!”
Il maestro dei novizi, il padre Guy, in seguito osservò: “Forse questo ragazzo non potrà più lavorare, ma potrà sempre pregare e il nostro compito principale è proprio quello di insegnare alla gente a pregare. Lui lo farà con il suo esempio”.

Alfred Bessette, divenuto religioso nel 1870, prese il nome religioso di
Frère André per onorare il padre André Provençal che lo aveva indirizzato alla vita religiosa.
Padre Narcisse Hupier, grande maestro di spiritualità, divenne il suo direttore spirituale. Un giorno in cui soffriva di un forte mal d'orecchi, chiese a frère André di ungerlo con l'olio di San Giuseppe, secondo una consuetudine diffusa a quei tempi. André ubbidì e il sacerdote recuperò la salute.
Questi allora lo invitò a pregare per gli ammalati, dando inizio ufficiale alla missione di Frère André. Quando la sua fama di taumaturgo cominciò ad affermarsi, il frate aveva circa trent'anni.

Frère André raccomandava la devozione a san Giuseppe a migliaia di ammalati che guarivano miracolosamente, ma attribuiva tutto all'intercessione del padre putativo di Gesù. Inoltre invitava tutti a ricorrere anche al medico, perché la medicina è un dono di Dio.


Malgrado la fama di taumaturgo, il religioso era sempre malato e invitava la gente ad accettare la sofferenza piuttosto di cercare la guarigione, perché, diceva, la sofferenza rende simili a Cristo che ha sofferto per la salvezza del mondo. Raccomandava ai malati: “Non cercate di farvi togliere la prove, chiedete piuttosto la grazia di sopportarle bene”. Era intransigente sui princìpi e capiva quando una persona era nel peccato. La invitava prima a confessarsi dicendo: “Se l'anima è malata bisogna iniziare a curare l'anima”. Oppure: “Pensi che Dio possa fare qualcosa per te? Va' prima a confessarti e a comunicarti, e poi torna da me”.

Una delle guarigioni più significative attribuite alle sue preghiere è quella della moglie del dottor Charette, acerrimo nemico di frère André, che lo aveva pubblicamente ridicolizzato, accusandolo di magia, di essere un ciarlatano, uno squilibrato e un pazzo, insinuando persino che aveva mancato al voto di castità con le donne che curava. Un giorno, la moglie del dottor Charette si fu colpita da una forte emorragia davanti alla quale la medicina si arrese.

L'inferma, in pericolo di vita, chiese al marito di andare a chiamare Frère André. Il dottor Charette dopo molte resistenze accettò. Frère André con delicatezza gli fece notare che San Giuseppe può guarire le persone anche a distanza, e che sua moglie era guarita proprio in quel momento. Incredulo e deluso, il medico tornò a casa, dove con sua grande sorpresa constatò l'effettiva guarigione della moglie, avvenuta proprio nel momento in cui Frère André l'aveva annunciata. Il dottor Charette si pentì, chiese perdono a Frère André e divenne un suo fervente seguace.

Un confratello di Frère André, a causa di una caduta aveva contratto un' infezione alla gamba destra, che i medici volevano amputare. Quando Frère André gli frizionò la gamba con l'olio di San Giuseppe il malato guarì immediatamente.

Il moltiplicarsi degli episodi straordinari, che abbiamo solo accennato, creava non pochi problemi alla sua congregazione, finché l'Arcivescovo di Montreal chiese al superiore di Frère André: “Se dovessi ordinargli di non ricevere più gli ammalati, lo farebbe?". "Certo, Monsignore, Frère André ubbidisce sempre". "Bene, allora lasciatelo fare”, rispose il vescovo, “Se la sua opera viene da Dio, continuerà, altrimenti si estinguerà”.

Frère André per oltre 25 anni accolse le persone che cercavano aiuto per 6-8 ore al giorno. La sera si recava a domicilio o negli ospedali per visitare gli infermi che non potevano recarsi da lui. Talvolta andava a visitarli anche negli Stati Uniti, dove si era fatto molti amici. Ascoltava tutti, e frizionava alcuni di loro con l'olio di San Giuseppe, esortandoli a recitare una novena al santo. Ogni anno venivano certificate oltre 400 guarigioni. Non tutti gli ammalati che lo incontravano guarivano, alcuni morivano qualche tempo dopo, ma tutti partivano rincuorati, pieni di speranza e di serenità. Nella cappella cominciarono ad accumularsi centinaia di stampelle e di apparecchi ortopedici, insieme ad altri ex voto lasciati dalle persone graziate.

Nel 1910, il superiore di Frère André gli affiancò come collaboratore un giovane prete e professore, padre Adolfe Clément, il quale soffriva di problemi agli occhi e stava diventando cieco. I medici non gli davano alcuna speranza di guarigione.
Frère André gli disse semplicemente: “Affidiamo questa faccenda a San Giuseppe. Siccome è Lui ad averla portata qui, sono sicuro che l'aiuterà". Malgrado il prete fosse scettico, dal giorno successivo la sua vista migliorò notevolmente, fino alla completa guarigione.



IL PIU' GRANDE ORATORIO
DEDICATO A SAN GIUSEPPE


Frère André ripeteva sempre che non era lui a operare le guarigioni miracolose, ma San Giuseppe. Per riconoscenza al santo, desiderava costruirgli un piccolo oratorio sul Mont Royal (Montreal, Canada) dove avrebbe potuto ricevere i malati, invece che al collegio o nella stazione del tram, come faceva abitualmente. Così nell'estate del 1904, con l'autorizzazione dei superiori, iniziò la costruzione di una piccola cappella in legno sulla montagna.

Un muratore andò da Frère André per chiedere la guarigione del tumore allo stomaco che lo aveva colpito. Era molto magro e non poteva quasi più mangiare né lavorare. Frère André gli chiese: “Se San Giuseppe ti guarisce, verrai a lavorare con me sulla montagna?”. Il muratore accettò. Il giorno dopo era guarito e mantenne la promessa, aiutando Frère André a costruire la piccola cappella dedicata a san Giuseppe, su un appezzamento di terreno che alcuni benefattori gli avevano donato per questo scopo. La cappella fu ultimata nell'ottobre 1904 e subito divenne meta di incessanti pellegrinaggi. Ben presto ci si accorse che era troppo piccola per accogliere le folle che accorrevano da Frère André a cercare sollievo. Così nel 1908 fu ampliata e dotata di riscaldamento per l'inverno.

Ma il sogno di Frère André era di costruire il più grande santuario del mondo in onore di San Giuseppe, una basilica maestosa sulla cima del Mont Royal dove persone malate e sofferenti avrebbero potuto ottenere conforto, guarigione e forza per superare le difficoltà della vita. Ma la prima guerra mondiale rallentò il progetto, al quale il religioso dedicò gli ultimi 20 anni della sua vita e delle sue fatiche.

Con spirito profetico diceva, “In vita io non lo vedrò finito, tuttavia, siccome non è opera mia, ma di San Giuseppe, il santuario si farà”. Dopo la guerra, un numero crescente di persone iniziò a visitare la basilica in costruzione. Arrivavano da tutte le parti del mondo, dal Canada, dagli Stati Uniti e dall'Europa. Nel 1931 i lavori furono interrotti per mancanza di fondi. Nel 1936, poiché mancava ancora il tetto, gli architetti temevano che le abbondanti nevicate avrebbero compromesso l'intera struttura della basilica. Alla convocazione del consiglio di amministrazione, Frère André consigliò: “Mettete una statua di S. Giuseppe al centro dell'edificio, se vuole coprirsi ci penserà da solo”. Due mesi dopo arrivarono i fondi per costruire il tetto.

Frère André aveva ormai 91 anni, era stanco e malato. Colpito da una gastrite acuta nel dicembre del 1936 fu portato all'ospedale di Saint-Laurent dove morì il 6 gennaio 1937. Più di un milione di persone arrivarono a Montreal da tutte le parti del Canada e degli Stati Uniti per partecipare al suo funerale. Il Santuario dedicato a san Giuseppe - che oggi è il più grande del mondo costruito in suo onore - fu completato solo nel 1967, secondo la profezia di Frère André.

DICHIARATO SANTO NEL 2010


La tomba di Frère André si trova nella grande basilica di san Giuseppe a Montreal, dove ogni anno affluiscono migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo per venerarne le spoglie. Frère André oggi è più attivo di prima, e dal Cielo intercede insieme a san Giuseppe per tutti coloro che si rivolgono a lui. Le guarigioni fisiche e spirituali che gli vengono attribuite sono innumerevoli. Frère André è stato beatificato nel 1982 e dichiarato santo nel 2010.


L'OLIO DI SAN GIUSEPPE



L'uso dell'olio benedetto per ungere i malati è molto antico. Si tratta di un sacramentale, che se usato con fede è di grande aiuto. Frère André pur frizionando gli ammalati con l'olio proveniente dalla lampada votiva che bruciava davanti alla statua di san Giuseppe, non riduceva il gesto a un atto magico, ma invitava ad accompagnare il gesto con una novena a san Giuseppe. Spiegava infatti che l'olio non possiede poteri curativi miracolosi, e che solo Dio ha il potere di guarire. Applicare dell'olio benedetto è un atto di fede, con cui si esprime la propria fiducia in Dio permettendogli di operare maggiormente nella nostra vita.


OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
PER LA BEATIFICAZIONE DI FRERE ANDRE’
23 maggio 1982

"Infine veneriamo anche nel beato fratello André Bessette un uomo di preghiera e un amico dei poveri; ma d’uno stile del tutto diverso, e a dire il vero sorprendente.
L’opera della sua vita – la sua lunga vita durata 91 anni – è quella di un servitore povero e umile: “Pauper, servus et humilis”, come hanno scritto sulla sua tomba. Operaio fino a 25 anni, presso un’azienda agricola, all’officina, in fabbrica, entra in seguito presso i Fratelli della Santa Croce, che gli affidano per quasi quarant’anni il servizio di portiere nel loro collegio di Montreal; per trent’anni poi assolve il compito di custode dell’Oratorio San Giuseppe in prossimità del collegio.
Da dove gli viene allora il suo irradiamento inaudito, la sua fama presso milioni di persone? Una folla quotidiana di malati, di afflitti, di poveri di ogni tipo, di handicappati o feriti dalla vita trovavano presso di lui, al parlatorio del collegio, all’Oratorio, accoglienza, ascolto, conforto e fede in Dio, confidenza nell’intercessione di San Giuseppe, in breve, il cammino della preghiera e dei sacramenti, e con questo la speranza e molto spesso anche il sollievo evidente del corpo e dell’anima. I “poveri” di oggi non avrebbero anch’essi tanto bisogno di un tale amore, d’una tale speranza, d’una tale educazione alla preghiera?
Ma chi diede questa capacità a Fratel André? Dio si è piegato a dotare di un’attrazione e di “un potere” meravigliosi questo uomo semplice, che, egli stesso, aveva conosciuto la miseria d’essere orfano in mezzo a dodici fra fratelli e sorelle, era restato senza denaro, senza istruzione, con una salute mediocre, in breve, privo di tutto all’infuori di una grande fiducia in Dio. Non è cosa straordinaria che egli si sia sentito vicino alla vita di San Giuseppe, il Lavoratore povero ed esiliato, così familiare con il Salvatore, che il Canada e specialmente la Congregazione della Santa Croce hanno sempre molto onorato.
Fratel André ha dovuto sopportare l’incomprensione e la presa in giro a causa del successo del suo apostolato. Ma restava semplice e gioviale. Con il ricorso a San Giuseppe e davanti al Santo Sacramento, egli praticava, lungamente e con fervore, in nome dei malati, la preghiera che insegnava loro. La sua fiducia nella virtù della preghiera non è una delle indicazioni più preziose per gli uomini e le donne del nostro tempo, tentati di risolvere i loro problemi facendo a meno di Dio?"



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